Nel corso della produzione alimentare ittica, la legge prevede e consente l’uso di additivi, sia per il pesce fresco sia per quello congelato o surgelato, al fine di apportare un giovamento al consumatore, il quale, senza quell’additivo, non avrebbe potuto beneficiarne. Stiamo parlando di sostanze che permettono il rallentamento della decomposizione del cibo e dell’insorgenza di microorganismi, che rappresentano un valido aiuto per la sicurezza alimentare di ogni consumatore. In realtà, accade però che queste sostanze, regolari e regolamentate, siano utilizzate in maniera scorretta, al fine di ottenere risultati come il mascheramento degli effetti del processo di alterazione del pesce, oppure l’aumento dell’acqua all’interno del prodotto, così da aumentarne il peso e quindi il costo.
Le etichette di questi prodotti devono, naturalmente, contenere tutte queste informazioni, chiaramente esposte, così da permettere al consumatore di acquistare prodotti nella massima consapevolezza. Capita però che queste etichette non siano compilate nel modo opportuno e che non includano tutti gli additivi usati, né tutte le sostanze potenzialmente allergeniche presenti, causando un serio rischi per la salute alimentare del consumatore.
Tra i casi maggiormente riscontrati e presentati in una ricerca di Eurofishmarket, le principali inadempienze, legate all’uso di queste sostanze e alla compilazione delle etichette sono, ad esempio:
• la presenza, nel pesce, di additivi si concessi, ma non dichiarati nell’etichetta,
• l’uso di sostanze per far sembrare il pesce più fresco di quello che in realtà è,
• la completa assenza dell’indicazione della presenza di additivi nel prodotto,
• uso di sostanze che aumentano la ritenzione dell’acqua nei tessuti del pesce così da aumentarne il peso,
• uso oltre le soglie previste di questi additivi,
Il problema è, come si è detto, non il fatto che gli additivi siano vietati a prescindere, ma che vengano usati in maniera errata senza che siano indicati, secondo la legge, sulle etichette.
La presenza di queste sostanze, per quanto permessa, deve però essere chiara e palese, perché ogni consumatore ha il diritto di sapere bene cosa va a comprare e a mangiare.
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