Nuove regole per le etichette alimentari

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Manca ormai poco alla pubblicazione, da parte dell’ EFSA, l’autorità europea che vigila sui prodotti alimentari, di 200 nuove diciture nutrizionali dedicate ai prodotti alimentari.
La decisione, da parte dell’ente europeo, va a modificare in parte le regole che sono alla base di una corretta redazione di una etichetta alimentare, principale strumento per la sicurezza alimentare e prima fonte di informazione per il consumatore.

Le novità nascono dalla volontà dell’ente di analizzare il modo in cui le etichette alimentari vengono scritte e, soprattutto, cosa devono contenere. La revisione fatta non è stata esente da critiche e riflessioni divergenti, infatti, il risultato degli studi dell’EFSA ha suscitato non poche polemiche, soprattutto in Olanda, da dove è partita una petizione per annullare le modifiche. Il punto dolente è l’approccio che, secondo i sostenitori della petizione, l’Ente ha adottato per valutare la fondatezza delle informazioni presenti sulle etichette, il quale viene considerato inappropriato per gli alimenti, a volte addirittura contraddittorio nei sui risultati. L’accusa principale è quella di aver voluto usare una metodologia di analisi dei cibi nata e pensata apposta per i medicinali, cosa che, secondo i promotori della petizione, la rende inappropriata per un’adeguata analisi dei cibi.

Nel dettaglio, la decisione dell’EFSA prevede che, sulle etichette degli alimentari, il produttore possa pubblicizzare un beneficio derivato dalla consumazione del prodotto, senza indicare che, tale beneficio, deriva, in realtà, dalla presenza di vitamine e minerali, i veri portatori del vantaggio. Le sostanze che vengono ammesse dalla nuova regolamentazione sono:

  • le fibre dell’orzo e dell’avena,
  • il carbone attivo,
  • gli omega 3,
  • i beta-glucani,
  • i polifenoli dell’olio d’oliva,
  • i fermenti vivi,
  • lattulosio,
  • colina,
  • alimenti a basso contenuto di sodio,
  • soluzioni a base di carboidrati e elettroliti.

A scendere in campo contro questa decisione è stata, anche, la EHPM, l’European Health Products Manufacturers Association, la quale ha cercato stabilire una comunizaione produttiva con l’EFSA al fine di risolvere la questione e con l’Ombudsman europeo per evitare che, in poco tempo, l’etichette degli alimenti contengano informazioni meno chiare di prima, a danno tutto dei consumatori.

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