Quadro Elettrico

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Con il termine quadro elettrico si intende l’elemento di un impianto elettrico dove si trovano gli interruttori, i quali hanno il compito di proteggere gli operatori e di sezionare l’energia. In un’impresa ci possono essere numerosi quadri elettrici, progettati per permettere il collegamento delle attrezzature di lavoro alla rete centrale, così da poterle usare in sicurezza. Oltre a questo, il quadro elettrico ha la mansione di scollegare, in caso di incidente o di sovraccarico, l’erogazione della corrette ai dispositivi ad esso collegati così da evitare il propagarsi dell’emergenza elettrica. Possiamo trovare quadri di tipo domestico o di tipo industriale che, pur conservando le medesime funzionalità, sono progettati e costruiti in maniera da poter svolgere il compito a loro affidato.

Le tipologie di quadro elettrico che possiamo elencare sono:

  • Interno o da esterno ( nel primo caso il livello di PI è basso mentre nel secondo deve essere molto alto)
  • Da parete, da incasso o da pavimento
  • Cabina elettrica, tipico alloggiamento per quadro elettrico industriale che lavoro con alte intensità di energia.

In accordo con la legislatura in materia di sicurezza, così come esposto nel Capo III art. 17 del D.lgs. 81/08, l’obbligo, di mettere in campo misure idonee alla sicurezza degli impianti elettrici, ricade sul datore di lavoro, il quale deve verificare che ogni impianto sia costruito, installato e conservato in maniera ottimale per salvaguardare i livelli di sicurezza. In particolare, l’allegato IX del D.lgs. 81 stabilisce l’obbligo che ogni impianto elettrico, così anche i quadri elettrici, siano realizzati a regola d’arte e che siano in conformità con i seguenti standard internazionali:

  • CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano),
  • IEC (Commissione Internazionale Elettrotecnica),
  • ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione),
  • UNI (Ente Nazionale di Unificazione),
  • CEN (Comitato Europeo di normalizzazione),
  • CENELEC (Comitato Europeo per la standardizzazione Elettronica).

In base a quanto espresso dal DPR 462/01, il datore di lavoro ha altresì l’obbligo di far eseguire una verifica ispettiva, ogni 2 o 5 anni, di tutti gli impianti elettrici da parte di un organismo accreditato dal Ministero delle attività produttive e non da privati e liberi professionisti. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria, invece, il D.M.37/08 ammette che sia eseguita da tecnici abilitati alla professione ed in particolare alla verifica della sicurezza degli impianti elettrici. L’elenco delle verifiche necessarie prevede:

  • l’esame a vista dell’impianto, al fine di stabilirne il deterioramento,
  • verifica della resistenza di isolamento dei circuiti presenti,
  • verifica del buono stato dei conduttori di protezione,
  • verifica approfondita delle condizioni dei supporti di protezione ed isolamento che impediscono il contatto accidentale dei circuiti con il corpo umano.

Tutti i risultati di queste verifiche vanno inseriti in un apposito registro delle verifiche, adeguatamente compilato ed aggiornato, firmato e timbrato dal tecnico esecutore. Va inoltre aggiunto che la verifica dell’impianto elettrico e la sua relativa messa a norma sono un prerequisito fondamentale nella compilazione del Documento Valutazione Rischi per la parte che concerne la valutazione del rischio elettrico.

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